Tanulj Olaszul !

" La mente è come un paracadute: funziona solo se aperta "


Online hanganyag :





Rosemary



Amarmi
esserne costretta
prendermi cura di ciò che viene ignorato
non mi detesto, solo mi sento
inutile,
in una studiata posa
per nessun fotografo.
Qui e sola
nell’umido freddo
mentre il mio corpo trema
seduto e fragile,
e gli occhi si scaldano
di fronte alla pazienza delle cose
rovinate ed antiche
ma senza alcuna vergogna.
Iniziare ad amarmi,
mentre il mio sorriso invecchia
i miei denti ingialliscono
mentre cerco le parole perdendo il contenuto
Labbra salate.
Troppo tardi
voglio commuovermi per riempire
il vuoto delle ore.
mi dispiace
un vuoto che ho costruito
scelto – per orgoglio e sopravvivenza
non imparerò ad amarmi
fino a che il mio sguardo
sarà solo un vestito.




Lentamente muore… di M. Medeiros



Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine, ripetendo ogni
giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non
rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
bianco e i puntini sulle “i” piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
all’errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul
lavoro, chi non rischia la certezza per l’incertezza, per inseguire un
sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi
non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente
chi distrugge l’amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i
giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non
fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli
chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
respirare.
Soltanto l’ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida
felicità.

di M.Medeiros




India – di Salvatore



Siamo tornati dai deserti del nord
dalle preghiere colorate di sari
dai sorrisi delle donne
e dei bambini
più curiosi delle nostre macchine fotografiche
e con occhi più belli
Di nuovo a casa
dopo esserci persi
in un tramonto liquido e incantato
più forte della nostra anima
di turisti cammellati a forza
e capace di gettare
polvere e sabbia
sulle nostre meraviglie
A noi
testimoni obbligati di riti diversi
sono bastati
pochi fiumi
e un’acqua di cenere e stracci
per finire di non capire
ciò che non abbiamo mai saputo
Ho salutato un antico desiderio
e un viaggio diverso
poi
gli occhi in tasca
e ritornare.




Per Laura (Amore eterno)



Disegnerò i tuoi occhi con inchiostro indelebile
per non dimenticarli mai.
Farò in modo che ogni gioco di luce
mi ricordi
il tuo sguardo su di me.
Nello stesso modo disegnerò la tua bocca,
perché ogni fiore che sboccia
mi ricordi il tuo sorriso.
Continuerò con le tue mani,
affinché, ogni cosa che sfioro,
mi ricordi le tue carezze.
Non tralascerò le parole,
che scriverò con inchiostro rosso,
perché mi ricordino
i tuoi sogni.
Infine disegnerò
il tuo cuore nel mio,
perché mi ricordino insieme
che l’amore, quello vero,
quello che ci unisce,
non muore MAI.

Valter Giraudo




L’arbusto – di Raffaella



Poter diventare d’ un tratto
quel secco arbusto a riva,
troverei la pace e la tranquillità
che vado cercando errante.
Non sentirei il sole che brucia,
l’onda che travolge,
la tempesta che quando arriva
catapulta lontano.
Assorbirei solo acqua salata
e le stagioni,
che consumerebbero
gli strati più sottili
della dura e caparbia corteccia.
Nessun pensiero, nessuna gioia o angoscia,
nessun dolore a scalfire,
oltre al mare, al sole, alla pioggia.
E il senso di solitudine e di vuoto
andrebbe
oltre qualsiasi percezione sensoriale.

Raffaella Lucidi




Sogno Musicale – di Valeria (9 anni)



Stanotte ho fatto un sogno.
Come in un cartone animato,
sono entrata in un mondo fatato.
Il sentiero era un lungo pentagramma
fatto di spazi e pause.
Una chiave di violino
mi ha preso per mano
e lungo una dolce melodia
mi ha accompagnato.
Tutto attorno a me era musicale:
fiori, ruscelli,alberi, castelli...
Note colorate volavano come farfalle,
in un cielo, che era arcobaleno.
E mentre mi dondolavo
su un’altalena di suoni,
ho iniziato a canticchiar delle canzoni.
Poi ad un tratto,
una nota con il frac mi ha salutato,
e il mio sogno se n’è andato.

Valeria Di Brisco, 9 anni